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Romolo Dischi

Specchio

by AKU

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1.
Ora provo a scrivere un pezzo che è impersonale Senza più le maschere e un ruolo da impersonare Senza avere un pubblico in sala da impressionare Senza avere un prete seduto in confessionale Ma devo confezionare, piangere e fingermi eccezionale Mettere i dati nel gestionale Pensando di piegarmi e non spezzarmi, un albero nel maestrale Mentre proietto agli altri un io monodimensionale Non ci siamo noi dentro sti profili falsi Siamo stanchi in viso come quando ti rialzi Ogni peccatore scaglia sempre i primi sassi Ed in questo il mio pudore non sa limitarsi Quanto ho perso dignità, qualche mese fa Quando ho confuso chi mi ama e chi mi glorifica Tu sei stata un campione in aridità Ho il tuo caso in analisi che ancora non si classifica Dentro a questa stanza non ci sono io Dentro a questi giorni non ci sono io Dentro al fuoco dell’inferno sto cercando Dio Però dentro a questo specchio sono solo io Dentro a queste scarpe sono solo io Però dentro a questi passi non ci sono io Dentro al fuoco dell’inferno sto cercando Dio Però dentro a questo specchio sono solo io E adesso vorrei dirti che ho fatto sul serio Che sei una melodia di bach in un pezzo di berio Che per un attimo c’avevo creduto davvero Che avremmo preso un aereo, con un bagaglio leggero Via da sto posto funereo Che amarci non fosse mai più manipolare Vedere il mare andando su, su una funicolare Volando sopra cieli blu, che ci puoi disegnare Ma siamo in parallelo, mica in perpendicolare E qualche giorno m’intravedo Come il canto lontano e triste in cima a un minareto Riflesso dentro a un vetro Alieno fra gli umani, nella metro La testa fra le mani, sono Amleto Quello che senti in giro sono chiacchere Volevi che fra noi fosse per sempre C’era un modo per riuscirci ed era andartene Queste barche di carta sono solo zattere Ora non ho più amici e neanche un mostro da combattere Ora provo a scrivere un pezzo che è impersonale Sono alquanto malmesso piuttosto che messo male Col sacro fuoco che arde ancora nel plesso solare Non scioglie i tuoi ghiacciai, il tuo circolo polare E dove sono andato, forse nello spazio immenso Volando dal balcone, oltre questo fumo denso E anche stasera non ti cerco, però poi ti penso (x2)
2.
Urano 02:45
Agosto, duemila e quasi venti Cadono sti ponti insieme ai loro presidenti Sangue sulla terra e in cielo le stelle cadenti In bocca a questi scemi ormai non brillano che i denti Un anno intero che mi trovo in down completo Gioco una partita dove non competo Perché astraggo tutto fuori dal concreto Questa vita è una caserma e sto aspettà il congedo E che mi rimane? Mica so’ un militare Vorrei una pistola ma c’ho un cellulare Serve soltanto per fotografare Sapere che esisto, mandare un segnale E a che servono ste foto che ti mando io A farmi apparire ovunque come Padre Pio A dirigere la banda da questo leggio Tutto porta il nome mio, segui questo link in bio Volevo andare via Volare su Urano Ma mi hai spaccato il cranio, inondandomi di uranio 1. Sei solo una distrazione in un giorno a gennaio 2. Sei solo un treno a vapore arrivato in orario Mi è sempre piaciuto sentirmi dire ti amo Guarda che lo so perché è andata male Perché ho tolto questa maschera da immortale Senza più un clichè perfetto da rappresentare Senza più un concetto da ritenere immorale Tu volevi esser terra di conquista Senza farti un tattoo nuovo e una foto su insta Ma la novità ha la vita breve a quanto pare Meglio il tetto di una depressione qualunquista Quanto mi piace esser schiavo Mentre la nave sprofonda nel mare Sentirmi dire ‘che bello, che bravo’ Rendermi conto che non so nuotare Queste notti, che amarezza Troppo cerebrali come Caparezza Sento un disco nuovo, bevo una Cerveza Siamo vivi solamente se c’è chi ci apprezza E non può andare così I miei difetti stampati sugli altri Questo non è un elisir Solo un veleno mischiato al bacardi Sono ovunque, vedo il mio riflesso Che fallisce sempre, in ogni mio contesto Non mi serve niente, ma mi manca tutto Questo è il mio animale e mo’ te lo confesso
3.
Fumo lento mentre piove, non riesco a rinunciarci Metto un disco, stacco il modem Gioco ancora al mio Jumanji Provo a sciogliere quei nodi che continuano a legarci Vedo esplodere il mio cuore, proprio mentre te lo mangi So, che non è reale, che potrei evitare Ho una mente forte tanto che, potrei imparare a levitare Dalla mia finestra vedi asfalto però senti il mare Ogni cosa che perdo è un bisogno vitale RIT.: (Dimezzato) Quest’aria è così pesante E’ piombo sulle mie spalle E’ un numero da cercare Su vecchie pagine gialle (A Tempo) Combatti l’aria con una spada, forse hai sbagliato un po’ strada Combatti il cielo tirando schiaffi, su questa pioggia bagnata Penso, che questa vita sia una mercenaria Che uccide a tempo e vende merce rara E punta il palco dalla piccionaia Io penso che ho tutto quello che serve Pe’ sta da solo, senza un legame Senza coscienza, senza morale Senza un altare su cui pregare Vorrei che questa canzone fosse immortale, fosse Montale Senza dipendere né mendicare, senza un passato da dimenticare Vedo che tutto va via, tutto diventa ossessione, mania Come se fosse magia, ruba una parte di me, la mia autonomia E ancora non ho capito di avere queste ali Resto dentro al fango coi miei piedi, dentro i miei stivali
4.
Karkadè 02:54
Sveglia presto la mattina, telefono muto Sciacqui in fretta quel bicchiere in cui non ho bevuto Rifai il letto in cui stanotte non mi hai visto nudo Questi artigli di titanio sulla pelle di velluto Io faccio una doccia, piango un poco e poi m’asciugo Cade un’altra goccia in questo mare sconosciuto La memoria che riavvolgo, sembrano dei noodles La testa che capovolgo, tecnica di judo Sono qua, nella moka che non sibila Nel grilletto che non uso e non m’incrimina Nitida, quest’immagine che si autoelimina Il fango che c’ho addosso è letale, non si purifica Sono qua nella bocca di chi m’imita Dentro a un suono, oltre la presenza fisica Nitida, quest’immagine che si autoelimina Sarò come il denaro, sarai come politica E ne ho fatto quasi quasi un’arte Tutto questo per venire da te Sono nella porta che non sbatte Nella tazza vuota del caffè Sono in un riflesso rosso vivo Nell’amaro del tuo karkadè E ne ho fatto quasi quasi un’arte Tutto questo per fuggire da te Esci presto questa notte, all’alba si lavora Tu c’hai un mostro che ti nutre e dopo ti divora Tu che inneschi e poi calpesti questa tua tagliola Dimmi perché avvolgi i compromessi dentro la stagnola Le nostre lenzuola al buio, dentro a quell’armadio Pure senza noi quel pezzo ancora gira in radio Sai che esco di rado, però mio malgrado La mia pelle geme ancora per la lama del tuo gladio Ora senti questo vuoto, come in alta quota Come un bacio traditore di giuda iscariota Come un pentagramma in cui non ho scritto una nota Come una narice chiusa che sfugge alla coca Ora senti questo vuoto, come fossi sorda Come quando lui è cattivo e tu ti fingi morta Come quando il tuo compagno soffia un desiderio Ma tu pensi solamente al tuo pezzo di torta
5.
Caravaggio 03:28
Guardami negli occhi, dimmi cosa vedi adesso Un uomo grande o un grande uomo, che a volte è lo stesso Se noti in faccia un’altra ruga è che sono perplesso Se ti sorrido non fraintendere, è solo un pretesto E quante volte hai visto un altro stare al posto mio Spingere un altro giorno a capo con il tasto invio Buttare queste vene, tutte dentro a questo testo Dopo che col destino mi ero detto ancora addio Dai, porgo l’altra guancia, dammi un altro destro Sai, è un legame eterno ed un viaggio pazzesco Se ce ne andiamo sarà insieme e sarà troppo presto Chiediamo al Dio che ci ha servito che il conto sia onesto Guardami negli occhi, vedo che non sei diverso Lo sguardo fermo che risplende oltre gli occhiali Persol Se guardo indietro parlo chiaro sai, non tergiverso Per essere felici no, non è mai troppo presto E quante volte ho visto regalarti alla marea Spingere quel bottone rosso, Nord Corea Strisciare a terra sanguinante senza più rialzarti Scambiare la Medusa e prenderla per una Dea Dai, tendimi la mano e ritorniamo uniti Il sole scende piano sulle luci della city Inverti la polarità di ciò che calamiti Distruggi i tuoi miti, gli ordini prestabiliti Se mi muovo io ti muovi, che sincronia Come le stesse 2 parti di una sinfonia Camminiamo insieme in questo tempo di follia E ogni piega del tuo viso in fondo è un po’la mia Questa rabbia spinge ed io l’accolgo, poi l’abbraccio Questo bunker freddo non mi tiene più in ostaggio Resteremo vivi, perché presto verrà maggio Splenderemo, divi, // pezzi d’arte, Caravaggio
6.
Trovo quest’album di foto tue Ricordi noi due dentro a un mare verde Che questa cartella non si cancella E poi chi ha lasciato non sa che perde Mai stati grandi e nemmeno santi Passa la vita davanti Come la sera ubriachi, che poi mettevamo quegli occhiali bianchi E vorrei sdraiarmi su un prato Una mano nell’altra e nell’altra un gelato Ma questa gente mi ha condannato A vincere sempre oltre il risultato Fiori galleggiano, Orangerie La stanza profuma di lingerie Siamo cadaveri, sotto i papaveri Ti vedo ancora da qui Cosa è successo, ancora non connetto Lasciami ricostruire Bevo un altro sorso per bruciarmi dentro Lasciami disinfettare E’ sabato sera, ma tu non ci sei più E’ sabato sera, io qui da sola, chissà dove sei tu Trovo quest’album di foto tue, poi lo richiudo che fa paura Il bar che odiavi ora è casa mia, questo bicchiere è la mia armatura Il tuo nome allo specchio che resta uguale Batte il martello nel tribunale Una ferita da medicare, un altro pezzo da dedicare Un altro inverno per seminare, dentro a sti vicoli scuri Tu che hai promesso ed ora spergiuri, fuoco su questi tamburi Sopra a questa base maledetta, che le rime quasi me le detta Hai rubato tutti quei secondi, che restavano alla mia lancetta Tu sei ovunque, in questi posti Fra la gente, nei negozi Fra i sorrisi e gli occhi rossi Non esisti, so che sei uno spettro Città techno, mondo electro Pronto a rendere questo mio scettro Grida forte, io t’aspetto

credits

released June 16, 2020

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AKU Rome, Italy

I testi riportano alla mente la tradizione cantautoriale italiana con la loro vena lirica
introspettiva; la parte musicale affonda le sue radici in una palette variopinta sospesa
tra l’hip hop, il jazz e la musica classica. Produzione artistica di Swan (Thaurus Music, Clementino, Enzo Dong), Luca D’Angelo (Danti, Giulia Penna, Giuliano Palma), Matteo Scannicchio (Motta, Marina Rei, Zero Assoluto).
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