1. |
Pezzo Impersonale
03:00
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Ora provo a scrivere un pezzo che è impersonale
Senza più le maschere e un ruolo da impersonare
Senza avere un pubblico in sala da impressionare
Senza avere un prete seduto in confessionale
Ma devo confezionare, piangere e fingermi eccezionale
Mettere i dati nel gestionale
Pensando di piegarmi e non spezzarmi, un albero nel maestrale
Mentre proietto agli altri un io monodimensionale
Non ci siamo noi dentro sti profili falsi
Siamo stanchi in viso come quando ti rialzi
Ogni peccatore scaglia sempre i primi sassi
Ed in questo il mio pudore non sa limitarsi
Quanto ho perso dignità, qualche mese fa
Quando ho confuso chi mi ama e chi mi glorifica
Tu sei stata un campione in aridità
Ho il tuo caso in analisi che ancora non si classifica
Dentro a questa stanza non ci sono io
Dentro a questi giorni non ci sono io
Dentro al fuoco dell’inferno sto cercando Dio
Però dentro a questo specchio sono solo io
Dentro a queste scarpe sono solo io
Però dentro a questi passi non ci sono io
Dentro al fuoco dell’inferno sto cercando Dio
Però dentro a questo specchio sono solo io
E adesso vorrei dirti che ho fatto sul serio
Che sei una melodia di bach in un pezzo di berio
Che per un attimo c’avevo creduto davvero
Che avremmo preso un aereo, con un bagaglio leggero
Via da sto posto funereo
Che amarci non fosse mai più manipolare
Vedere il mare andando su, su una funicolare
Volando sopra cieli blu, che ci puoi disegnare
Ma siamo in parallelo, mica in perpendicolare
E qualche giorno m’intravedo
Come il canto lontano e triste in cima a un minareto
Riflesso dentro a un vetro
Alieno fra gli umani, nella metro
La testa fra le mani, sono Amleto
Quello che senti in giro sono chiacchere
Volevi che fra noi fosse per sempre
C’era un modo per riuscirci ed era andartene
Queste barche di carta sono solo zattere
Ora non ho più amici e neanche un mostro da combattere
Ora provo a scrivere un pezzo che è impersonale
Sono alquanto malmesso piuttosto che messo male
Col sacro fuoco che arde ancora nel plesso solare
Non scioglie i tuoi ghiacciai, il tuo circolo polare
E dove sono andato, forse nello spazio immenso
Volando dal balcone, oltre questo fumo denso
E anche stasera non ti cerco, però poi ti penso (x2)
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2. |
Urano
02:45
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Agosto, duemila e quasi venti
Cadono sti ponti insieme ai loro presidenti
Sangue sulla terra e in cielo le stelle cadenti
In bocca a questi scemi ormai non brillano che i denti
Un anno intero che mi trovo in down completo
Gioco una partita dove non competo
Perché astraggo tutto fuori dal concreto
Questa vita è una caserma e sto aspettà il congedo
E che mi rimane? Mica so’ un militare
Vorrei una pistola ma c’ho un cellulare
Serve soltanto per fotografare
Sapere che esisto, mandare un segnale
E a che servono ste foto che ti mando io
A farmi apparire ovunque come Padre Pio
A dirigere la banda da questo leggio
Tutto porta il nome mio, segui questo link in bio
Volevo andare via
Volare su Urano
Ma mi hai spaccato il cranio, inondandomi di uranio
1. Sei solo una distrazione in un giorno a gennaio
2. Sei solo un treno a vapore arrivato in orario
Mi è sempre piaciuto sentirmi dire ti amo
Guarda che lo so perché è andata male
Perché ho tolto questa maschera da immortale
Senza più un clichè perfetto da rappresentare
Senza più un concetto da ritenere immorale
Tu volevi esser terra di conquista
Senza farti un tattoo nuovo e una foto su insta
Ma la novità ha la vita breve a quanto pare
Meglio il tetto di una depressione qualunquista
Quanto mi piace esser schiavo
Mentre la nave sprofonda nel mare
Sentirmi dire ‘che bello, che bravo’
Rendermi conto che non so nuotare
Queste notti, che amarezza
Troppo cerebrali come Caparezza
Sento un disco nuovo, bevo una Cerveza
Siamo vivi solamente se c’è chi ci apprezza
E non può andare così
I miei difetti stampati sugli altri
Questo non è un elisir
Solo un veleno mischiato al bacardi
Sono ovunque, vedo il mio riflesso
Che fallisce sempre, in ogni mio contesto
Non mi serve niente, ma mi manca tutto
Questo è il mio animale e mo’ te lo confesso
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3. |
Pagine Gialle
02:56
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Fumo lento mentre piove, non riesco a rinunciarci
Metto un disco, stacco il modem
Gioco ancora al mio Jumanji
Provo a sciogliere quei nodi che continuano a legarci
Vedo esplodere il mio cuore, proprio mentre te lo mangi
So, che non è reale, che potrei evitare
Ho una mente forte tanto che, potrei imparare a levitare
Dalla mia finestra vedi asfalto però senti il mare
Ogni cosa che perdo è un bisogno vitale
RIT.:
(Dimezzato) Quest’aria è così pesante
E’ piombo sulle mie spalle
E’ un numero da cercare
Su vecchie pagine gialle
(A Tempo) Combatti l’aria con una spada, forse hai sbagliato un po’ strada
Combatti il cielo tirando schiaffi, su questa pioggia bagnata
Penso, che questa vita sia una mercenaria
Che uccide a tempo e vende merce rara
E punta il palco dalla piccionaia
Io penso che ho tutto quello che serve
Pe’ sta da solo, senza un legame
Senza coscienza, senza morale
Senza un altare su cui pregare
Vorrei che questa canzone fosse immortale, fosse Montale
Senza dipendere né mendicare, senza un passato da dimenticare
Vedo che tutto va via, tutto diventa ossessione, mania
Come se fosse magia, ruba una parte di me, la mia autonomia
E ancora non ho capito di avere queste ali
Resto dentro al fango coi miei piedi, dentro i miei stivali
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4. |
Karkadè
02:54
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Sveglia presto la mattina, telefono muto
Sciacqui in fretta quel bicchiere in cui non ho bevuto
Rifai il letto in cui stanotte non mi hai visto nudo
Questi artigli di titanio sulla pelle di velluto
Io faccio una doccia, piango un poco e poi m’asciugo
Cade un’altra goccia in questo mare sconosciuto
La memoria che riavvolgo, sembrano dei noodles
La testa che capovolgo, tecnica di judo
Sono qua, nella moka che non sibila
Nel grilletto che non uso e non m’incrimina
Nitida, quest’immagine che si autoelimina
Il fango che c’ho addosso è letale, non si purifica
Sono qua nella bocca di chi m’imita
Dentro a un suono, oltre la presenza fisica
Nitida, quest’immagine che si autoelimina
Sarò come il denaro, sarai come politica
E ne ho fatto quasi quasi un’arte
Tutto questo per venire da te
Sono nella porta che non sbatte
Nella tazza vuota del caffè
Sono in un riflesso rosso vivo
Nell’amaro del tuo karkadè
E ne ho fatto quasi quasi un’arte
Tutto questo per fuggire da te
Esci presto questa notte, all’alba si lavora
Tu c’hai un mostro che ti nutre e dopo ti divora
Tu che inneschi e poi calpesti questa tua tagliola
Dimmi perché avvolgi i compromessi dentro la stagnola
Le nostre lenzuola al buio, dentro a quell’armadio
Pure senza noi quel pezzo ancora gira in radio
Sai che esco di rado, però mio malgrado
La mia pelle geme ancora per la lama del tuo gladio
Ora senti questo vuoto, come in alta quota
Come un bacio traditore di giuda iscariota
Come un pentagramma in cui non ho scritto una nota
Come una narice chiusa che sfugge alla coca
Ora senti questo vuoto, come fossi sorda
Come quando lui è cattivo e tu ti fingi morta
Come quando il tuo compagno soffia un desiderio
Ma tu pensi solamente al tuo pezzo di torta
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5. |
Caravaggio
03:28
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Guardami negli occhi, dimmi cosa vedi adesso
Un uomo grande o un grande uomo, che a volte è lo stesso
Se noti in faccia un’altra ruga è che sono perplesso
Se ti sorrido non fraintendere, è solo un pretesto
E quante volte hai visto un altro stare al posto mio
Spingere un altro giorno a capo con il tasto invio
Buttare queste vene, tutte dentro a questo testo
Dopo che col destino mi ero detto ancora addio
Dai, porgo l’altra guancia, dammi un altro destro
Sai, è un legame eterno ed un viaggio pazzesco
Se ce ne andiamo sarà insieme e sarà troppo presto
Chiediamo al Dio che ci ha servito che il conto sia onesto
Guardami negli occhi, vedo che non sei diverso
Lo sguardo fermo che risplende oltre gli occhiali Persol
Se guardo indietro parlo chiaro sai, non tergiverso
Per essere felici no, non è mai troppo presto
E quante volte ho visto regalarti alla marea
Spingere quel bottone rosso, Nord Corea
Strisciare a terra sanguinante senza più rialzarti
Scambiare la Medusa e prenderla per una Dea
Dai, tendimi la mano e ritorniamo uniti
Il sole scende piano sulle luci della city
Inverti la polarità di ciò che calamiti
Distruggi i tuoi miti, gli ordini prestabiliti
Se mi muovo io ti muovi, che sincronia
Come le stesse 2 parti di una sinfonia
Camminiamo insieme in questo tempo di follia
E ogni piega del tuo viso in fondo è un po’la mia
Questa rabbia spinge ed io l’accolgo, poi l’abbraccio
Questo bunker freddo non mi tiene più in ostaggio
Resteremo vivi, perché presto verrà maggio
Splenderemo, divi, // pezzi d’arte, Caravaggio
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6. |
Occhiali Bianchi
03:30
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Trovo quest’album di foto tue
Ricordi noi due dentro a un mare verde
Che questa cartella non si cancella
E poi chi ha lasciato non sa che perde
Mai stati grandi e nemmeno santi
Passa la vita davanti
Come la sera ubriachi, che poi mettevamo quegli occhiali bianchi
E vorrei sdraiarmi su un prato
Una mano nell’altra e nell’altra un gelato
Ma questa gente mi ha condannato
A vincere sempre oltre il risultato
Fiori galleggiano, Orangerie
La stanza profuma di lingerie
Siamo cadaveri, sotto i papaveri
Ti vedo ancora da qui
Cosa è successo, ancora non connetto
Lasciami ricostruire
Bevo un altro sorso per bruciarmi dentro
Lasciami disinfettare
E’ sabato sera, ma tu non ci sei più
E’ sabato sera, io qui da sola, chissà dove sei tu
Trovo quest’album di foto tue, poi lo richiudo che fa paura
Il bar che odiavi ora è casa mia, questo bicchiere è la mia armatura
Il tuo nome allo specchio che resta uguale
Batte il martello nel tribunale
Una ferita da medicare, un altro pezzo da dedicare
Un altro inverno per seminare, dentro a sti vicoli scuri
Tu che hai promesso ed ora spergiuri, fuoco su questi tamburi
Sopra a questa base maledetta, che le rime quasi me le detta
Hai rubato tutti quei secondi, che restavano alla mia lancetta
Tu sei ovunque, in questi posti
Fra la gente, nei negozi
Fra i sorrisi e gli occhi rossi
Non esisti, so che sei uno spettro
Città techno, mondo electro
Pronto a rendere questo mio scettro
Grida forte, io t’aspetto
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AKU Rome, Italy
I testi riportano alla mente la tradizione cantautoriale italiana con la loro vena lirica
introspettiva; la
parte musicale affonda le sue radici in una palette variopinta sospesa
tra l’hip hop, il jazz e la musica classica. Produzione artistica di Swan (Thaurus Music, Clementino, Enzo Dong), Luca D’Angelo (Danti, Giulia Penna, Giuliano Palma), Matteo Scannicchio (Motta, Marina Rei, Zero Assoluto).
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